RISK MANAGEMENT: obiettivi, fallimenti e successi

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Il Risk Management, processo di gestione del rischio, sta guadagnando sempre più attenzione da parte delle aziende del panorama nazionale, soprattutto grazie all’introduzione delle nuove edizioni degli standard ISO 9001 ed ISO 14001.

Obiettivo 1 del Risk Management: intercettare e trattare i potenziali rischi.
Obiettivo 2: proteggere e accrescere il valore del patrimonio aziendale (assets), assicurando la durata del business nel lungo periodo.

Nonostante la propensione al rischio sia molto variabile fra le organizzazioni, il processo di gestione del rischio costituisce per tutte, indistintamente, un elemento cruciale. Esso infatti consente di stimare il rischio per sviluppare, successivamente, strategie per governarlo, creando in tal modo una stretta interconnessione fra rischi e prestazioni.

Dopo avere affermato il ruolo chiave del processo di gestione del rischio, non possiamo scordare che ci sono molti casi in cui il processo stesso può incontrare dei fallimenti e generare, a sua volta, il fallimento del sistema aziendale.
In particolare, alcuni studi hanno dimostrato che le principali cause del fallimento nella gestione del rischio possono essere così individuate:

  • valutazione troppo approssimativa dei rischi,
  • errata o imprecisa comunicazione dei rischi nei confronti dei decision-makers,
  • inadeguate soluzioni di trattamento o mitigazione dei rischi.perdita finanziaria

Come evitare, quindi, il fallimento del processo di gestione del rischio?
COMPRENDERE: è importante che – prima dell’avvio del processo di mappatura e valutazione del rischio – vi sia un intervento dedicato alla comprensione delle strategie aziendali direttamente collegate al modello d’affari (business model, di cui parleremo in modo approfondito nel prossimo post) prescelto dal fondatore o dall’alta direzione.
Fra i numerosi standard internazionali, la ISO 31000 spiega come funziona il processo di gestione del rischio e indica come implementarlo nelle organizzazioni, senza incorrere nel fallimento del modello stesso.
Lo standard ISO 31000 mette in evidenza due passaggi molto importanti per progettare un processo di gestione del rischio efficace: la comunicazione e la consultazione da un lato, il monitoraggio e la revisione dall’altro.
COMUNICARE: il primo passaggio assicura il coinvolgimento dei principali soggetti portatori di interesse, interni ed esterni all’organizzazione che, in quanto beneficiari delle prestazioni dell’azienda, sono soggetti attivi nell’analisi del rischio e nella definizione delle soglie di tolleranza verso prestazioni insoddisfacenti.
MONITORARE: il secondo passaggio garantisce che l’organizzazione misuri e verifichi con regolarità e sistematicità le proprie prestazioni, per incrementare la propria conoscenza sul rischio, facendo tesoro dell’esperienza pratica.

Fonti foto: ?- <a href=”http://www.freepik.com/free-photos-vectors/sfondo”>Sfondo fotografie designed by Kues1 – Freepik.com</a>
– <a href=”http://www.freepik.com/free-photos-vectors/sfondo”>Sfondo fotografie designed by Jannoon028 – Freepik.com</a>

Risorsa utile: https://pecb.com/article/12-reasons-for-risk-management-failure

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