OLTRE LA “COMFORT ZONE” – IL CAMBIAMENTO

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Come si dice?… Anno nuovo, vita nuova? Esatto!
Nell’ultimo post dell’anno vogliamo parlare di cambiamento ma, per non cadere nell’abuso di questo cliché, lo faremo in modo originale.

Che bella la comodità. Quella sul divano, d’inverno, con la tv accesa e una coperta a scaldarci dopo un’intensa giornata di lavoro. Che bella la comodità. Quella della nostra posizione preferita sulla sedia dell’ufficio o dello studio di casa, magari con la gamba “accartocciata” sotto il nostro fondoschiena. Che bella la comodità. Quella della pizza (o del sushi, o del menu indiano) direttamente a casa, senza muovere l’auto dal garage.
Insomma, ammettiamolo: la comodità è “comoda”.
Così comoda, che intraprendere un cambiamento è spesso fonte di paura e di stress, con il rischio di iniziare pieni di buoni propositi una fase di mutamento, per poi tornare inconsapevolmente, dopo qualche giorno, al punto iniziale. Perché proprio in quel punto stavamo più comodi.

La domanda allora sorge spontanea: se ci risulta così poco naturale, perché è necessario andare contro la nostra indole e cambiare?
Perché l’evoluzione del contesto socio-economico, storico e politico sta avvenendo, oggi più che mai, secondo due direttive: rapidità e imprevedibilità, tanto che il cambiamento è diventato una competenza imprescindibile per la sopravvivenza sia degli individui, sia delle organizzazioni.

Sì, avete inteso bene. Non parliamo di una generica “propensione al cambiamento”, bensì di una competenza che, in quanto tale, di può apprendere e sviluppare!

Vi state chiedendo come?

Chiunque può decidere, in qualsiasi momento, di attuare dei cambiamenti nella propria vita, privata o professionale, e sperimentare che non c’è nulla di più potente e rivoluzionario di questo!

Da dove si parte? Dalle attività per le quali ci si lamenta.

Per ogni lamentela si trova un’opportunità di cambiamento che riguardi NOI STESSI e che non si traduca in una richiesta di cambiamento verso gli altri.
Decidete cosa fare e fatelo, senza chiedere o aspettarvi che gli altri, per questo motivo, cambino per o con voi.

All’inizio non accadranno grandi cose ma, se dimostrerete perseveranza in questo atteggiamento verso la vita, vi allontanerete sempre più dalle abitudini e vi allenerete a ricercare il cambiamento, fino a diventarne voi stessi fautori.

In termini organizzativi, sia che si tratti di una famiglia, di un’impresa o della società in cui viviamo, la leva sulla quale agire per provocare il cambiamento è rappresentata dai nostri micro-comportamenti, specialmente se essi riguardano il modo in cui viviamo le relazioni con i nostri simili.
Per esempio, se parleremo con gentilezza e determinazione, otterremo rispetto; se pretenderemo di essere rispettati con imposizioni e insulti, otterremo disinteresse!

Se avremo il coraggio di riconoscere e modificare i nostri comportamenti “di comodo” adottati chissà quanto tempo fa, abbandonando la nostra “comfort zone”, un’area accattivante ma sterile, supereremo i nostri limiti e vivremo dei veri e propri miracoli!

Chiamiamoli buoni propositi per l’anno nuovo!

 

Fonte utile: http://www.ilsole24ore.com/art/management/2017-08-30/il-cambiamento-e-competenza-che-deve-essere-coltivata-132037.shtml?uuid=AE8Kf2JC

Fonte immagine: Freepik

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